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giovedì 6 gennaio 2011

FEROMONE REALE

I feromoni, una rivoluzione

La storia dei ferormoni inizia nel 1911. All'epoca, il celebre entomologo J.H. Fabre ebbe l'idea di portare avanti una piccola esperienza con delle farfalle notturne: ne chiuse alcune femmine in una gabbia e rilasciò i maschi a distanze crescenti da quel luogo. Constatò che i maschi lasciati a più di 5 km erano comunque in grado di ritrovare le femmine. Ne dedusse che esse liberavano una sostanza che veniva identificata dai maschi e predisse anche che un giorno tali sostanze sarebbero state identificate. Aveva ragione; nel 1959 il primo ferormone di un insetto fu identificato con l'utilizzo della cromatografia in fase gassosa. L'anno successivo, due gruppi di ricercatori, Callow e Johnson da una parte, Barbier e Lederer dall'altra, determinarono il componente chimico più importanti del ferormone mandibolare della regina chiamato comunemente 9-ODA (l'acido (E)-9-ossi-2decenoico).
Nel 1964, altre due équipe (Callow, Chapman e Paton; Butler e Fairey) determinarono la composizione del secondo componente principale il 9-HDA (l'acido 9-Idrossido-2-decenoico). Oggi, molte migliaia di molecole sono state identificate. Si stima che il numero di ferormoni legati alle api possa raggiungere le 36 unità.
Probabilmente non siamo che all'inizio di una nuova era che vedrà in futuro l'impiego dei ferormoni per sostituire progressivamente un buon numero di trattamenti pesticidi o insetticidi. La lotta chimica cederà il passo alla lotta biologica.


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